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Fattori angiogenici e rischio di esiti avversi nelle donne con sospetta preeclampsia


Uno squilibrio dei fattori angiogenici circolanti gioca un ruolo centrale nella patogenesi della preeclampsia.

È stata effettuata un'analisi prospettica su 616 donne che sono state valutate per sospetta preeclampsia.

Sono stati misurati i livelli plasmatici della tirosina chinasi 1 fms-simile antiangiogenica solubile ( sFlt1 ) e del fattore di crescita placentare proangiogenico ( PlGF ) al momento della presentazione, e sono stati esaminati per una associazione tra il rapporto sFlt1/PlGF e successivi esiti avversi materni e perinatali entro 2 settimane.

Il rapporto sFlt1/PlGF medio al momento della presentazione è risultato elevato nelle partecipanti che hanno sviluppato un qualsiasi esito sfavorevole rispetto alle donne che non lo avevano sviluppato ( 47.0 vs 10.8; P minore di 0.0001 ).

Tra coloro che si sono presentate a meno di 34 settimane ( n=167 ), i risultati sono stati più sorprendenti ( 226.6 versus 4.5, P minore di 0.0001 ) e il rischio è stato particolarmente elevato quando il terzile più alto del rapporto sFlt1/PlGF è stato confrontato con quello più basso ( odds ratio, OR=47.8 ).

Tra le partecipanti che si sono presentate a meno di 34 settimane, l'aggiunta del rapporto sFlt1/PlGF a ipertensione e proteinuria ha migliorato significativamente la previsione per i successivi esiti avversi ( area sotto la curva, 0.93 per ipertensione, proteinuria e sFlt1/PlGF, rispetto a 0.84 per ipertensione e proteinuria da sole, P=0.001 ).

Il parto è avvenuto entro 2 settimane dalla presentazione nell’86.0% delle donne con un rapporto sFlt1/PlGF maggiore o uguale a 85 rispetto al 15.8% delle donne con un rapporto di sFlt1/PlGF minore di 85 ( hazard ratio, HR=15.2 ).

In conclusione, nelle donne con sospetta preeclampsia che si presentano prima delle 34 settimane, il rapporto sFlt1/PlGF circolante predice esiti avversi che si verificano entro 2 settimane.
La precisione di questo test è notevolmente superiore a quella dei metodi attualmente in uso e può essere utile nella stratificazione e gestione del rischio. ( Xagena2012 )

Rana S et al, Circulation 2012; 125: 911-919

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