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Compressione pneumatica intermittente degli arti inferiori per prevenire il tromboembolismo venoso in pazienti ospedalizzati


La tromboprofilassi ottimale per i pazienti a rischio di sanguinamento rimane incerta.
Una meta-analisi ha valutato se la compressione pneumatica intermittente degli arti inferiori fosse efficace nel ridurre il tromboembolismo venoso e se la combinazione di tromboprofilassi farmacologica con compressione pneumatica intermittente possa migliorarne l’efficacia.

Sono stati esaminati gli studi di confronto tra compressione pneumatica intermittente e tromboprofilassi farmacologica, calze per la prevenzione tromboembolica, nessuna profilassi, e una combinazione di compressione pneumatica intermittente e tromboprofilassi farmacologica.
Sono stati esclusi studi che hanno utilizzato la compressione pneumatica intermittente per meno di 24 ore o hanno confrontato diversi tipi di compressione pneumatica intermittente.

In totale, 16.164 pazienti ospedalizzati provenienti da 70 studi hanno incontrato i criteri di inclusione e sono stati sottoposti a meta-analisi.

La compressione pneumatica intermittente è risultata più efficace di nessuna profilassi con compressione pneumatica intermittente nel ridurre la trombosi venosa profonda ( 7.3% vs 16.7%; riduzione del rischio assoluto, 9.4%; rischio relativo, RR=0.43; P minore di 0.01; I2=34% ) e l’embolia polmonare ( 1.2% vs 2.8%; riduzione del rischio assoluto, 1.6%; RR=0.48; P minore di 0.01; I2=0% ).

La compressione pneumatica intermittente è stata più efficace anche delle calze per la prevenzione tromboembolica nel ridurre la trombosi venosa profonda ed è sembrata essere efficace quanto la tromboprofilassi farmacologica, ma con un ridotto rischio di sanguinamento ( RR=0.41; P minore di 0.01; I2=0% ).
L’aggiunta della tromboprofilassi farmacologica alla compressione pneumatica intermittente ha ulteriormente ridotto il rischio di trombosi venosa profonda ( RR=0.54; P=0.02; I2=0% ) rispetto alla sola compressione pneumatica intermittente.

In conclusione, la compressione pneumatica intermittente è efficace nel ridurre il tromboembolismo venoso e la combinazione di tromboprofilassi farmacologica con la compressione pneumatica intermittente è stata più efficace rispetto all'utilizzo della sola compressione pneumatica intermittente. ( Xagena2013 )

Ho KM et al, Circulation 2013; 128: 1003-1020

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